Al cinema non è come sui social. L’esperienza cinematografica, per atmosfera, contesto, imponenza dello schermo e qualità del sonoro, incarna un tipo di fruizione diametralmente opposto rispetto a quello che scandisce la nostra quotidianità su smartphone.
Ma analizziamo uno ad uno gli aspetti che, nelle linee guida per la produzione di un contenuto video, modificano radicalmente il modo di concepire il lavoro per il video-maker.
- PLATEA ATTENTA: la soglia di attenzione che il cinema suggerisce e impone è differente. Che si tratti dei commercial che precedono la proiezione o di quelli che la intervallano, potremo star certi di trovarci di fronte ad un pubblico ricettivo. In termini di complessità del contenuto questo aspetto ci dà sicuramente margine di manovra. Possiamo architettare contenuti in linea di massima più articolati. Anche al cinema va rispettata una durata breve.
- SCHERMO GRANDE: aspetto assolutamente da non sottovalutare per la velocità dei moti di direzionalità dello sguardo. È tutta una questione di ritmo. Lo smartphone valorizza contenuti a velocità sostenuta che al cinema correrebbero il rischio di disturbare lo spettatore. Ti è mai capitato di provare un senso di disorientamento durante la scena clou di un film d’azione in cui tutti i corpi contenuti nell’inquadratura passano repentinamente da una parte all’altra dello schermo? Ecco, lasciamo che sia il film a provocare stordimento.
- QUALITA’ DEL SONORO: citando il regista iraniano Abbas Kiarostami in una delle sue digressioni sull’importanza dell’audio per il grande schermo, “il suono è molto importante, più importante dell’immagine. Attraverso la ripresa visiva noi arriviamo, al massimo, a ottenere una superficie bidimensionale. Il suono conferisce a questa immagine la profondità, la terza dimensione. È il suono a colmare le lacune dell’immagine”.