Considerazioni sulla settima arte

Cinema: Considerazione sulla 7° arte
Mario Sposito
Mario Sposito

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La pandemia in atto ha giocato un ruolo decisivo nella ridistribuzione degli equilibri economici nazionali, internazionali e di settore. Se alcuni comparti (farmaceutico e medico ospedaliero su tutti) hanno vissuto un biennio fragorosamente florido, i danni subiti da alcuni settori sono stati (e resteranno, purtroppo…) incalcolabili. Il mondo dello spettacolo nella sua interezza risulta tra i più falcidiati dal tornado Covid-19, ma se ci addentriamo nel sottoinsieme dell’industria cinematografica ci rendiamo subito conto che è qui che il danno trascende e assume sempre più i contorni della catastrofe. 

Le chiusure, le continue restrizioni, gli ambienti chiusi, le difficoltà nel garantire distanziamenti adeguati e la diffidenza dei più, spesso terrorizzati all’idea di trovarsi a stretto contatto con estranei, hanno avuto conseguenze letali su una sfera già gravemente provata dall’esplosione delle piattaforme di streaming. Analizziamo insieme qualche dato: nel 2020 in Italia i botteghini hanno fatto registrare un incasso complessivo di circa 182,5 milioni di euro (28 milioni i biglietti venduti). Il downgrade rispetto al 2019 è superiore al 71%, sia negli incassi sia nelle presenze. Se ampliamo il raggio e ci concediamo un’analisi della situazione globale, nel 2020 i box office di tutto il mondo hanno maturato un fatturato di 12 miliardi di dollari, contro i 42,3 del 2019. A descrivere lo stato di salute attuale del settore basta un paragone (impietoso) con l’industria dell’intrattenimento digitale che nel 2020 ha generato profitti per 61,8 miliardi di dollari. 

Ma l’esperienza cinematografica e i consumi digitali sono davvero in concorrenza tra loro? 

Credo che in fondo il dibattito sia di natura culturale. È innegabile come per molti non vi sia alcuna differenza tra il vedere un film sul divano di casa sulla smart tv, sul tablet (persino sul cellulare!) e il vivere l’immersione visiva, sonora e sensoriale del grande schermo. Parliamo però di prodotti che in un’ideale piramide di consumo possono tranquillamente coesistere. Lo stesso trend di inizio 2020 sembrava essere parecchio incoraggiante rispetto alle ultime stagioni: a fine febbraio 2020 il mercato cinematografico faceva registrare più del 20% di incassi rispetto al 2019, più del 7% rispetto al 2018 e più del 3% rispetto al 2017. Gli ultimi sei mesi, con la riapertura e l’aumento della capienza al 100%, hanno portato alle casse dei cinema italiani una ventata d’ossigeno insperata. La prospettiva ventilata negli scorsi giorni, quella cioè di consentire l’accesso in sala solo a seguito di un tampone con esito negativo anche se in possesso di green pass, inferirebbe l’ennesimo colpo di mannaia al settore, riconsegnando all’anno nuovo i fantasmi di una nuova, inevitabile crisi e il desolante scenario di sale deserte

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