La narrazione audiovisiva sviluppata sul tema food non ha mezze misure nel perseguire l’obiettivo di innescare un desiderio. Pochi mezzucci quindi, che si tratti di un lavoro finalizzato a presentare i piatti forti del menu di un ristorante o volto a documentare i passaggi necessari alla preparazione di una pietanza, la finalità è la stessa. Stimolare mouthwatering in maniera spinta.
Per riuscire nello scopo in maniera professionale, ho stilato di seguito una serie di consigli che potranno tornarti utili nelle diverse fasi di realizzazione del tuo prodotto.
- Cattura con precisione l’audio originale durante le riprese: se si ha la strumentazione adeguata (microfoni fucile, registratori di campo), l’audio registrato durante la produzione del video ha un fascino ineguagliabile. Pensa per un attimo al successo dei video ASMR. I suoni della cucina possono risultare talvolta più gradevoli di sottofondi musicali forzati, e possono farti risparmiare molto tempo dispensandoti dall’estenuante ricerca del disco perfetto.
- Sii creativo: accelera, rallenta, gioca con tagli rapidi, tagli invisibili e transizioni. Cerca di dare la tua versione originale di come si presenta un piatto o di come se ne racconta la preparazione.
- Fai muovere molto la telecamera: non sempre proporre un contenuto statico può essere la soluzione migliore per tenere la tua audience il più attaccata possibile allo schermo. Anzi. I movimenti di camera attorno al cibo pronto o alle mani dello chef che lo sta preparando sono propellente naturale per suscitare l’effetto wow che tanto ricerchi. Quindi non aver paura di utilizzare rotelle e cursori manuali! Nella maggior parte dei video a tema food ci si limita alla classica inquadratura statica dall’alto verso il basso. Cambiare punto di vista può essere il miglior consiglio per rendere il tuo video più dinamico e coinvolgente.
- Evita un uso eccessivo dei filtri: in questo il video editing percorre una strada diametralmente opposta al foto editing. È importante che il cibo conservi i suoi colori. Il videomaker, come lo chef, deve essere in grado di sacrificarsi al servizio della materia prima e di esaltarla nella sua forma originale.